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CERTIFICATES

Caratteristiche

I certificates (o certificati di investimento) sono degli strumenti derivati, in quanto il loro valore è collegato ("deriva") dall'andamento di uno o più titoli sottostanti, e per questo motivo la normativa MiFID li classifica come strumenti complessi. Innanzitutto è dunque doveroso specificare che l'investimento in questa tipologia di prodotti è consentita solo per quei soggetti che in base alle risposte date al questionario MiFID risultano possedere una conoscenza finanziaria medio-alta.

Questi strumenti, una volta emessi, vengono quotati e scambiati sui mercati finanziari: ciò vuol dire che è possibile conoscere in tempo reale l’andamento e venderli o acquistarli sul mercato secondario come per le azioni, le obbligazioni o gli ETF.

Esistono innumerevoli tipologie di certificates in base alla composizione che sceglie di adottare l'emittente, tuttavia possiamo ricondurli in via generale alle seguenti macro categorie, con un livello crescente di rischiosità:

  1. A capitale protetto: alla scadenza è previsto un rimborso minimo predefinito, fatto salvo il fallimento dell’emittente;

  2. A capitale parzialmente protetto: il rimborso a scadenza avviene se non si verifica una condizione, definita “evento barriera“. In tal caso, l’investitore subisce l’andamento negativo del sottostante e può avere un valore di rimborso inferiore rispetto al capitale investito;

  3. A leva: replica in leva del sottostante in positivo e in negativo. Sono utilizzati di solito per attività speculative o di trading di breve periodo.

Quando si valuta l'investimento in uno o più certificati di investimento è importante analizzare le seguenti caratteristiche del prodotto:

  1. Date di rilevazione: rappresentano le date in cui vengono rilevati i valori di quotazione di ciascun sottostante per la valutazione dei livelli di trigger cedola, barriera ed autocall (rimborso anticipato). Queste date, che rispecchiano la frequenza delle cedole, possono essere mensili, trimestrali, semestrali oppure annuali;

  2. Cedole previste: questo aspetto è quello che definisce in larga parte il rendimento che potrà generare lo strumento;

  3. Strike: valore iniziale di riferimento dei sottostanti che viene preso in considerazione per il calcolo del trigger cedola, del livello barriera e dell'autocall;

  4. Trigger cedola: valore % rispetto allo strike di ciascun sottostante al di sopra del quale si ha diritto alla cedola periodica prevista. Per esempio un trigger cedola del 70% prevede la distribuzione della cedola solo se in concomitanza della scadenza temporale di distribuzione della cedola (es. trimestrale) tutti i sottostanti hanno un valore di mercato superiore al 70% del loro valore strike;

  5. Barriera: valore % rispetto allo strike di ciascun sottostante al di sopra del quale il capitale investito è garantito alla scadenza del certificato. Più è bassa la barriera e maggiormente protettivo risulta essere il certificato, infatti con una barriera posta al 60% se nessun sottostante il giorno della scadenza quota ad una valore inferiore al 60% del suo valore strike allora il capitale investito è integramente garantito, altrimenti viene rimborsato proporzionalmente alla performance negativa del sottostante che ha perso più valore;

  6. Autocall: se previsto il meccanismo di autocall prevede che qualora in occasione di una delle date di rilevazione tutti i sottostanti abbiamo un valore superiore allo strike, il certificato scade anticipatamente rimborsando interamente il capitale versato in aggiunta alla cedola prevista per quella specifica data di rilevazione. 

I certificates rappresentano un interessante soluzione di investimento, anche in ottica di diversificazione del portafoglio, perché generano valore attraverso:

  1. Cedole periodiche: la maggior parte dei certificati di investimento prevede il pagamento di cedole periodiche (mensili, trimestrali, semestrali, annuali) che in alcuni casi offrono un rendimento interessante a fronte del rischio assunto;

  2. Efficienza fiscale: le cedole incassate rappresentano dei redditi diversi che possono dunque essere utilizzati per compensare eventuali minusvalenze in portafoglio. Ciò invece non è possibile farlo con i redditi generati dai fondi comuni;

  3. Protezione condizionata del capitale: il capitale investito in un certificates, sebbene possa subire anche significative oscillazione nell'arco di vita dello strumento, è comunque protetto a scadenza entro la soglia posta dalla barriera.  

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